Sapere Aude! La sfida degli psicologi in cure palliative degli Hospice siciliani
I momenti più importanti, l’Associazione “Sapere Aude! Psicologi in Cure Palliative” li ha vissuti d’estate.
Era, infatti, una calda giornata di agosto quando, a Siracusa, nella sala comune dell’Hospice Kairós, un folto gruppo di psicologhe e psicologi si è riunito per una lunga, ricca e intensa giornata di discussione, formazione e lavoro.
Provenienti da tutte le realtà siciliane (insieme a quella di Reggio Calabria), gli psicologi in Cure Palliative, operanti negli Hospice siciliani, si sono ritrovati per mettere in comune conoscenze, saperi, strumenti, criticità, difficoltà, carenze. Da questa prima, entusiasmante esperienza è nato un Tavolo Tecnico riconosciuto dall’Ordine degli Psicologi di Sicilia e, come gruppo di lavoro, dalla Società Italiana Cure Palliative (SICP).
Nasce in Sicilia "Sapere Aude! Psicologi in Cure Palliative"
Era, invece, il 25 luglio 2015 quando, di nuovo a Siracusa, ma stavolta nel giardino sul quale l’Hospice Kairós si affaccia, è stata ufficialmente costituita l’Associazione senza scopo di lucro “Sapere Aude! Psicologi in Cure Palliative”.
Un passaggio obbligato e cercato, perché l’obiettivo era – ed è – troppo importante: creare, nell’ambito delle cure palliative, un modello procedurale unico ed efficace di supporto psicologico alla persona malata e alla famiglia, a partire dalle esperienze di quanti operano negli Hospice sparsi sul territorio siciliano. Differenze, ma soprattutto affinità da valorizzare, che, grazie all’Associazione Sapere Aude!, possono essere finalmente messe a sistema per definire, in tal modo, strumenti e best practices comuni.
Quel primo incontro non poteva – e così è stato – rimanere un episodio isolato. Ha dato avvio a un percorso fatto di tante tappe e altrettanti traguardi; ha sancito una forte comunanza di intenti; ha affermato la volontà non solo dell’esserci, ma anche del fare; ha stabilito l’impegno di mettere la propria professionalità al servizio degli altri nel miglior modo possibile, valorizzando strumenti e prassi per combattere efficacemente il disagio psichico, psicofisico, morale derivanti dall’incontro con la malattia e la fragilità umana.